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🏛️ Matera: Storia Millenaria nella Città dei Sassi, tra Roccia, Resistenza e Rinascita

Scopri la storia di Matera, una delle città più antiche del mondo: dai Sassi preistorici alla capitale europea della cultura. Un viaggio tra fede, pietra e identità lucana.


Introduzione alla storia di Matera

Matera è una città che non somiglia a nessun’altra. I suoi paesaggi scavati nella pietra, i Sassi che sembrano emergere dalla terra stessa, le chiese rupestri, le grotte e i vicoli labirintici raccontano una storia che attraversa oltre novemila anni. Matera è una delle città abitate ininterrottamente più antiche al mondo, e ogni pietra del suo centro storico custodisce tracce delle civiltà che vi hanno vissuto: dal Paleolitico all’era digitale.

Capoluogo della cultura contadina, ma anche capitale europea della cultura nel 2019, Matera è riuscita a trasformare la vergogna nazionale (per le sue condizioni di povertà e abbandono nei Sassi) in un simbolo internazionale di resilienza culturale, riscatto sociale e innovazione urbana.


Origine del nome Matera

Etimologia e fonti storiche

Il nome “Matera” compare per la prima volta in documenti altomedievali con il toponimo latino “Matheola”. Secondo la tradizione, la città sarebbe stata fondata dai Romani in onore del console Metello, ma è probabile che il nome derivi da forme prelatine, forse di origine osco-sabellica.

Un’altra teoria lega il toponimo a “mater”, in latino madre, alludendo alla materna fertilità del suolo o alla sacralità femminile di divinità antiche legate alla terra. In ogni caso, il nome ha assunto nel tempo un’aura simbolica: Matera come madre di civiltà, culla dell’uomo mediterraneo.

Da Matheola a Matera

Nel corso dei secoli, il nome ha subito evoluzioni fonetiche: “Matheola” in epoca bizantina, “Matera” nel tardo Medioevo, fino all’attuale forma italiana. Ogni epoca ha lasciato il suo accento sulla città, ma il cuore della sua identità è rimasto legato alla roccia, alla fede e alla memoria.


Le origini preistoriche dei Sassi

Paleolitico e Neolitico

Matera vanta una delle più antiche presenze umane d’Europa. I primi insediamenti risalgono al Paleolitico, tra il 10.000 e il 8.000 a.C., come dimostrano i reperti rinvenuti nelle grotte della Gravina di Matera e nell’area del Parco della Murgia Materana. Gli uomini primitivi utilizzavano le cavità naturali come abitazioni, rifugi, sepolture e luoghi sacri.

Nel Neolitico, Matera visse un grande sviluppo culturale. Le comunità locali cominciarono a scavare nella roccia calcarea per ricavare ambienti più articolati, creando un primo nucleo urbano troglodita. Nacquero villaggi agricoli, forni comuni, silos per il grano, pozzi, necropoli e sistemi di raccolta dell’acqua piovana, a testimonianza di una società complessa e organizzata.

Le culture di Serra d’Alto e Timmari

Due delle culture neolitiche più importanti del Sud Italia si svilupparono proprio qui:

Serra d’Alto: famosa per le sue ceramiche finemente decorate, è una delle culture preistoriche più avanzate d’Europa.

Timmari: insediamento posto su un’altura strategica, fu abitato fino all’epoca romana, e ha restituito corredi funerari di grande valore.

Queste popolazioni avevano già sviluppato forme di spiritualità legate alla natura, all’agricoltura e alla ciclicità delle stagioni, testimoniando un forte legame tra uomo e paesaggio.

Matera nell’età classica

Colonizzazione greca e influenza romana

Durante il periodo della Magna Grecia, Matera si trovava a poca distanza da importanti colonie greche come Metapontoe Heraclea. Anche se non fu direttamente una polis greca, subì fortemente l’influenza di quella cultura: l’arte della ceramica, le tecniche agricole, le religioni e i modelli architettonici penetrarono nella zona, arricchendo la già complessa cultura locale.

Con la conquista romana del Sud Italia (III-II sec. a.C.), Matera entrò nella sfera d’influenza di Roma e venne integrata nel sistema viario e amministrativo dell’Impero. Divenne un vicus (piccolo centro) probabilmente alle dipendenze di Venusia o Metapontum. I Romani migliorarono l’agricoltura, introdussero nuove tecnologie idrauliche e svilupparono le rotte commerciali che passavano per la zona.

Matera in epoca imperiale

Pur non essendo una grande città romana, Matera visse un periodo di relativa prosperità. Le grotte continuavano ad essere usate come abitazioni e luoghi di culto, ma cominciarono ad apparire anche strutture in muratura, ville rustiche, piccole necropoli e vie di transito. Il paesaggio si trasformò lentamente, ma il legame con la pietra e con la natura rimase una costante.


Il Cristianesimo e le chiese rupestri

Diffusione della fede

Con la diffusione del Cristianesimo nel III-IV secolo d.C., Matera divenne uno dei centri religiosi più significativi dell’Italia meridionale. Le antiche grotte vennero riadattate per ospitare i primi luoghi di culto cristiano. Questo uso proseguì per secoli, con l’intensificarsi dell’attività monastica.

A partire dal VI secolo, i monaci basiliani, fuggiti dall’Oriente per via delle persecuzioni iconoclaste, trovarono rifugio nelle gole della Murgia e cominciarono a scavare chiese, celle, monasteri e luoghi di preghiera direttamente nella roccia. Nasceva così il fenomeno unico delle chiese rupestri di Matera.

I monaci benedettini e bizantini

Nei secoli successivi, i monaci benedettini, greco-ortodossi e latini popolarono il territorio e contribuirono alla realizzazione di oltre 150 chiese rupestri, molte delle quali affrescate con scene bibliche, santi, simboli e motivi orientali.

Alcuni esempi celebri:

Santa Maria de Idris, incastonata nella roccia del Sasso Caveoso

San Pietro Barisano, la chiesa rupestre più grande

San Nicola dei Greci e Madonna delle Virtù

Questo patrimonio religioso, artistico e antropologico è oggi uno dei motivi principali per cui Matera è Patrimonio dell’Umanità UNESCO.


Medioevo e nascita della città moderna

Dominazioni longobarda, bizantina e normanna

Tra il VI e l’XI secolo, Matera fu contesa tra Bizantini e Longobardi, che si alternarono nel controllo della Lucania. La città, situata in posizione strategica tra l’Adriatico e il Tirreno, venne fortificata e cominciò a svilupparsi anche al di fuori dei Sassi, con nuove costruzioni, mura e torri difensive.

Nel 1043, con l’arrivo dei Normanni, Matera entrò stabilmente nel Regno di Sicilia. Fu nominata capoluogo della Contea di Matera, e da qui partì una stagione di espansione amministrativa e religiosa. Il potere normanno favorì l’integrazione dei diversi riti religiosi (greco e latino) e consolidò le strutture feudali.

Sviluppo urbano e difese

Durante il Medioevo, Matera assunse una forma urbana definita: nacquero i due Sassi (Barisano e Caveoso), si svilupparono nuove strade, mercati, botteghe, piazze, e venne costruita la Cattedrale in stile romanico-pugliese, dedicata a Santa Maria della Bruna e Sant’Eustachio, inaugurata nel 1270.

La città mantenne una struttura ibrida, a metà tra mondo rupestre e mondo feudale. Le classi dominanti abitavano nella parte alta (civita), mentre la popolazione contadina viveva nei Sassi, spesso in condizioni dure, ma con un forte senso di comunità.

Matera sotto gli Svevi, Angioini e Aragonesi

Federico II e il governo svevo

Durante il dominio degli Svevi, Matera visse un periodo di stabilità e consolidamento istituzionale. L’imperatore Federico II di Svevia, particolarmente legato al Sud Italia, incluse la città nel suo progetto di organizzazione del Regno di Sicilia. Sotto il suo governo, vennero migliorate le infrastrutture viarie, amministrative e difensive.

Nel XIII secolo, Matera acquisì un ruolo politico di rilievo all’interno del Regnum e si rafforzò come centro vescovile. La Cattedrale romanica, costruita proprio durante questo periodo, rappresenta ancora oggi il fulcro della vita religiosa e artistica cittadina.

Feudalesimo e autonomia municipale

Successivamente, con l’arrivo degli Angioini e poi degli Aragonesi, Matera entrò in una fase di alternanza tra controllo regio e dominio feudale. La città passò più volte sotto il potere di famiglie nobiliari come i Sanseverino, ma conservò una certa autonomia comunale, eleggendo propri rappresentanti e partecipando attivamente alla vita economica del Regno di Napoli.

Nel corso del Quattrocento e Cinquecento, Matera divenne centro agricolo e artigianale, con mercati di grano, lana e ceramiche, e una vita religiosa animata da conventi e confraternite.


Età moderna e crisi urbana

Carestie, peste e terremoti

Il Seicento e il Settecento furono secoli di grandi difficoltà. Matera fu colpita da numerosi eventi drammatici: pestilenze, terremoti, carestie e una progressiva crisi economica che impoverì le campagne. Nonostante questo, la città mantenne un certo prestigio nel contesto regionale, e nel 1663 fu nominata capoluogo della Basilicata, ruolo che mantenne fino al 1806.

Durante questo periodo, la popolazione continuava a vivere nei Sassi, dove la densità abitativa aumentava, ma le condizioni igieniche e strutturali peggioravano. Le abitazioni venivano scavate nella roccia viva, spesso condivise con animali domestici, senza luce, né acqua corrente.

Matera come capoluogo della Basilicata

La scelta di Matera come sede della Regia Udienza (tribunale) e centro amministrativo del territorio lucano contribuì a una parziale rinascita urbana. Sorsero nuovi palazzi baronali, chiese barocche e opere civili come l’Ospedale, l’Archivio e la Biblioteca. Tuttavia, la città restava fortemente segnata da un divario sociale: il centro e la Civita ospitavano élite e clero, mentre i Sassi erano relegati alla marginalità.


La questione meridionale e la povertà dei Sassi

Marginalità sociale ed emigrazione

Alla fine dell’Ottocento e per tutto il primo Novecento, Matera fu emblema della “questione meridionale”: un Sud arretrato, segnato da latifondi, analfabetismo, malattie e massiccia emigrazione. I Sassi rappresentavano in modo emblematico questa realtà: un insediamento urbano arcaico, affascinante ma in condizioni disumane.

Tra il 1900 e il 1950, decine di migliaia di materani emigrarono verso il Nord Italia, l’America e l’Argentina, mentre chi rimaneva affrontava una quotidianità segnata da mortalità infantile, malaria e promiscuità abitativa.

Denunce letterarie e dibattito nazionale

Il punto di svolta arrivò con Carlo Levi, che nel 1945 pubblicò “Cristo si è fermato a Eboli”. L’opera, scritta dopo il suo confino politico in Lucania, descriveva Matera come una città biblica e dimenticata, dove “i bambini muoiono come mosche” e la vita si svolgeva come in un tempo fuori dalla storia.

Il libro, commovente e crudo, scosse le coscienze italiane e spinse l’allora governo ad intervenire. Matera divenne simbolo della vergogna nazionale, ma anche punto di partenza per un riscatto morale e politico.


La riscoperta culturale del Novecento

Sgombero dei Sassi e nuove abitazioni

Nel 1952, il Parlamento italiano approvò una legge che ordinava lo sgombero dei Sassi: oltre 15.000 persone furono trasferite in nuovi quartieri residenziali costruiti nella zona moderna di Matera. L’intento era quello di dare dignità e salute a chi viveva in condizioni precarie, ma anche di salvaguardare un patrimonio architettonico unico.

Per anni i Sassi rimasero abbandonati, considerati impraticabili e inutilizzabili. Tuttavia, a partire dagli anni ’80, cominciò una lenta e intelligente riqualificazione, che ha trasformato quegli antichi rioni in uno dei centri storici più suggestivi del Mediterraneo.

Patrimonio in bilico diventato risorsa

Nel 1993, l’UNESCO dichiarò i Sassi di Matera Patrimonio dell’Umanità, definendoli “un esempio straordinario di insediamento umano in perfetta armonia con l’ambiente”. Da allora, la città è diventata modello di rigenerazione urbana, ospitando musei, residenze artistiche, boutique hotel, ristoranti e mostre internazionali.

La rinascita di Matera

Turismo culturale e musei

Negli ultimi trent’anni, Matera è diventata una delle mete culturali più ambite d’Europa. I Sassi, una volta simbolo di arretratezza, sono stati restaurati con cura e oggi ospitano:

Musei storici e d’arte contemporanea

Spazi espositivi internazionali

Alberghi diffusi, ristoranti tipici, librerie, botteghe artigiane

Il Museo Nazionale di Matera, il Museo Ridola, il MUSMA (Museo della Scultura Contemporanea) e le chiese rupestri visitabili raccontano al visitatore non solo la storia della città, ma l’evoluzione dell’intera civiltà mediterranea.

Matera è anche location cinematografica internazionale: film come La Passione di Cristo di Mel Gibson, Ben-Hur, Wonder Woman e No Time to Die (James Bond) hanno scelto i Sassi come scenario naturale.

Cinema e produzione artistica

Il fascino di Matera ha attratto artisti, registi, scrittori e fotografi da tutto il mondo. La città ospita festival come:

Matera Film Festival

La Lunga Notte dei Musei

Materadio (in collaborazione con Radio3)

Open Sound Festival e tanti altri eventi che animano la scena culturale lucana.


Matera Capitale Europea della Cultura 2019

Progetti, eventi e impatto economico

Nel 2014, Matera è stata proclamata Capitale Europea della Cultura per il 2019, un evento storico per una città del Sud Italia. Il dossier vincente puntava su tre parole chiave: apertura, innovazione, identità. Il progetto ha coinvolto centinaia di enti, scuole, artisti e cittadini.

Nel 2019, oltre 700 eventi culturali hanno animato Matera: installazioni, spettacoli, concerti, mostre, performance di arte digitale, residenze artistiche. La città ha accolto oltre 600.000 visitatori, generando un forte impatto economico e sociale.

Eredità culturale e visibilità mondiale

Oggi Matera è riconosciuta come modello di sviluppo culturale sostenibile: una città che ha saputo unire tradizione e contemporaneità, identità locale e apertura internazionale.

L’eredità di Matera 2019 vive ancora oggi: spazi recuperati, festival permanenti, nuovi percorsi turistici, un’eco mediatica che ha rilanciato l’immagine dell’intera Basilicata nel mondo.


I Sassi di Matera e il riconoscimento UNESCO

Un unicum architettonico e antropologico

I Sassi non sono solo case: sono un organismo urbano vivo, stratificato nei secoli, fatto di abitazioni, chiese, cisterne, cortili, scale, pozzi, grotte, giardini e vicinati. Il loro valore risiede nel rapporto armonico tra ambiente naturale e insediamento umano.

Il riconoscimento UNESCO del 1993 li definisce “il primo esempio di architettura ecosostenibile della storia”. Camminare nei Sassi significa entrare in un tempo sospeso, dove ogni pietra racconta vita, dolore, fede e speranza.

Percorsi, quartieri e simboli

I Sassi si dividono in due grandi rioni:

Sasso Caveoso: la parte più arcaica, con grotte verticali e pendenza naturale

Sasso Barisano: più esteso, con chiese rupestri e abitazioni a cielo aperto

Tra i luoghi iconici:

Palombaro Lungo, la grande cisterna scavata sotto Piazza Vittorio Veneto

Casa Grotta, esempio di abitazione tipica contadina

Belvedere di Murgia Timone, da cui si osservano i Sassi come in un presepe


Tradizioni, feste e cucina materana

La Madonna della Bruna

La festa più sentita di Matera è la Madonna della Bruna, celebrata il 2 luglio. È una delle processioni religiose più spettacolari d’Italia:

• Il carro trionfale, costruito in cartapesta, viene trainato tra i Sassi

• Al termine della processione, il carro viene distrutto dal popolo, in un rito collettivo che simboleggia la lotta tra bene e male, il ciclo della vita, la rinascita

È un evento che unisce fede, folklore, emozione e coinvolgimento di tutta la città.

Piatti tipici e cultura del pane

La cucina materana è semplice, ma gustosa e antica:

Pane di Matera IGP: scuro, croccante, fatto con grano duro e lievito madre

Crapiata: zuppa di legumi e cereali, simbolo di condivisione

Pignata di pecora, cavatelli al ferretto, fave e cicoria

• Dolci come calzoncelli di ceci e strazzate

Il pane di Matera è diventato simbolo identitario della città, ed è esportato in tutto il mondo come eccellenza gastronomica.

Conclusione

Matera è un viaggio nel tempo e nell’anima. Dalla civiltà rupestre al cinema internazionale, dalla vergogna nazionale all’orgoglio europeo, ha saputo attraversare i secoli rimanendo sé stessa. È un luogo in cui la pietra vive, la storia respira, la cultura si rigenera.

Una città che merita non solo di essere visitata, ma vissuta e compresa.

Aggiunto da: dinuzzom

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