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Dettaglio Provincia: Chieti
Storia:
🏛️ Storia della città di Chieti: Origini Millenarie, Cultura Viva e Tradizioni Immortali
Scopri la storia della città di Chieti: dalle origini italiche con i Marrucini alla Teate romana, fino alla Chieti moderna. Un viaggio tra archeologia, arte e identità abruzzese.
Introduzione alla storia di Chieti
Chieti è una delle città più antiche d’Italia, arroccata su un colle tra la Maiella e il mare Adriatico. Le sue radici affondano nell’epoca preromana e la sua importanza strategica e culturale è cresciuta nei secoli. Capitale del popolo italico dei Marrucini, centro municipale romano, sede episcopale di rilievo nel Medioevo e città attiva durante il Risorgimento, Chieti ha attraversato ogni fase storica con una propria personalità ben definita.
Oggi conserva con orgoglio un patrimonio storico-artistico di grande valore, che racconta la sua evoluzione millenaria: dalle mura ciclopiche alle chiese barocche, dai musei archeologici alle rievocazioni religiose.
Origine del nome Chieti
Da Teate Marrucinorum a Chieti
L’antico nome latino della città era Teate Marrucinorum, ovvero “Teate dei Marrucini”, a indicare la sua funzione di capitale del popolo italico dei Marrucini. Il termine “Teate” potrebbe avere radici osco-sabelliche, legate a una parola che designa “luogo elevato” o “fortezza”.
Con la romanizzazione, Teate divenne un municipium e centro politico della regione. Nei secoli successivi, durante il Medioevo, il nome si trasformò progressivamente: “Theate” in latino volgare divenne “Cethe”, poi “Chieti” in italiano moderno.
Miti, leggende e trasformazioni linguistiche
Una leggenda locale, tramandata nel Medioevo, racconta che la città sarebbe stata fondata da Achille, eroe della mitologia greca, in onore della madre Teti (Thetis). Anche se non confermata storicamente, la leggenda ha dato origine al termine “Theate” e al culto eroico che per secoli permeò la città.
Le origini italiche: i Marrucini
Cultura e società dei Marrucini
I Marrucini erano un popolo italico di origine sannitica, stanziato lungo il fiume Pescara e il litorale adriatico. Avevano una società tribale, organizzata in insediamenti fortificati e dedita alla pastorizia, agricoltura e commercio.
La capitale Teate si sviluppò come centro politico e religioso, dotato di templi, aree sacre e fortificazioni. I Marrucini furono alleati e poi sottomessi dai Romani durante le guerre sannitiche, mantenendo tuttavia un certo grado di autonomia locale.
I rapporti con i popoli vicini
I Marrucini erano in costante contatto con i Peligni, Vestini e Frentani, con i quali condividevano alleanze, rivalità e scambi culturali. Questi popoli formarono una fitta rete di relazioni italiche che precedette e accompagnò la romanizzazione.
L’epoca romana: Teate Marrucinorum
Municipio romano e centro strategico
Divenuta municipium romano nel I secolo a.C., Teate fu integrata nel sistema amministrativo e stradale dell’Impero. Collegata dalla Via Tiburtina Valeria, la città crebbe in ricchezza e prestigio, diventando un punto strategico tra l’Appennino e l’Adriatico.
Le famiglie nobili locali ricevettero la cittadinanza romana e contribuirono alla realizzazione di opere pubbliche: il foro, le terme, l’anfiteatro e acquedotti, molti dei quali sono ancora visibili oggi.
Anfiteatro, terme, templi e viabilità
Tra i resti più significativi dell’epoca romana vi sono:
• Il Teatro Romano, risalente al I secolo d.C., in grado di ospitare oltre 3.000 spettatori.
• Le Terme Romane, con ambienti riscaldati e mosaici ben conservati.
• Il tempio romano situato nei pressi del foro.
• Le antiche cisterne romane, ancora oggi visitabili nel sottosuolo cittadino.
Queste strutture testimoniano una civiltà urbana avanzata, dedita al benessere, alla cultura e ai commerci.
l Cristianesimo e il tardo antico
L’arrivo della fede cristiana
Già nel III secolo d.C., Chieti (Teate) fu tra i primi centri urbani dell’Italia centrale ad accogliere il Cristianesimo. La diffusione del nuovo culto fu facilitata dalla presenza di vie di comunicazione romane e da una comunità locale aperta ai cambiamenti culturali. Il martirologio ricorda San Giustino, primo vescovo e patrono della città, che secondo la tradizione evangelizzò la regione e subì il martirio sotto Diocleziano.
Le prime sedi vescovili
Nel IV secolo, Chieti divenne ufficialmente sede vescovile, affermandosi come punto di riferimento religioso per tutta la regione. La presenza di una diocesi autonoma testimoniava il prestigio e l’importanza della città anche dopo la fine dell’Impero Romano d’Occidente. Con il passare dei secoli, la cattedrale fu costruita e rimaneggiata più volte fino a diventare l’attuale Cattedrale di San Giustino, ancora oggi uno dei simboli spirituali e architettonici più importanti della città.
Il Medioevo tra Longobardi, Franchi e Normanni
Le mura, i castelli e le torri
Nel corso dell’Alto Medioevo, Chieti subì le devastazioni delle invasioni barbariche, ma riuscì a sopravvivere come centro fortificato. I Longobardi, e successivamente i Franchi di Carlo Magno, ne riconobbero il valore strategico, rafforzando le difese cittadine e inserendola in un sistema amministrativo legato ai ducati meridionali.
La città medievale era circondata da mura difensive, con accessi limitati da porte fortificate. All’interno si sviluppò una nuova urbanizzazione, centrata sulla Cattedrale e sui poteri vescovili e nobiliari.
Il potere della Chiesa e dei feudatari
Durante tutto il Medioevo, la Chiesa di Chieti esercitò una notevole influenza sia spirituale che politica. L’episcopato teatino era tra i più importanti dell’Italia centrale, spesso nominato direttamente dal Papa o dai re del Sud.
Al fianco della gerarchia ecclesiastica agivano le famiglie feudali, che detenevano castelli nei dintorni e amministravano la giustizia locale. Non mancarono momenti di tensione tra vescovado e nobiltà, ma la città mantenne sempre un ruolo rilevante nella regione.
L’età angioina e aragonese
Fedeltà al Regno di Napoli
Nel XIV secolo, con l’arrivo degli Angioini, Chieti rafforzò il suo legame con il Regno di Napoli. I sovrani angioini riconobbero il valore strategico e culturale della città, conferendole privilegi e autonomia amministrativa. La città diventò anche sede di rappresentanza reale per l’Abruzzo citeriore.
Nel Quattrocento, sotto gli Aragonesi, si rafforzarono le difese militari e si abbellirono edifici civili e religiosi. In questo periodo sorsero conventi, chiese gotiche e istituzioni culturali che trasformarono Chieti in un centro urbano elegante e vivace.
Sviluppi amministrativi e militari
Durante la dominazione aragonese, Chieti fu anche sede del Presidato d’Abruzzo, un’entità amministrativa che faceva capo al Regno di Napoli. In quel ruolo, la città attirò funzionari, giuristi, religiosi e artisti, contribuendo alla crescita culturale e giuridica.
Chieti e la Controriforma
Il ruolo religioso e culturale
Nel Cinquecento e Seicento, Chieti fu protagonista della Controriforma cattolica, il movimento promosso dalla Chiesa per rispondere alla Riforma protestante. Grazie alla forte presenza vescovile, la città divenne un centro di diffusione del culto tridentino e di rinnovamento delle strutture ecclesiastiche.
Furono restaurate numerose chiese e si rafforzò la formazione religiosa. La Compagnia di Gesù (i Gesuiti) aprì collegi e scuole, che formarono generazioni di ecclesiastici, giuristi e professionisti abruzzesi.
I Gesuiti e l’Università
Nel 1584, i Gesuiti fondarono a Chieti uno dei loro primi collegi universitari, dando vita a una tradizione accademica che ancora oggi sopravvive. Il Collegio dei Gesuiti (oggi Palazzo della Provincia) fu un centro culturale d’eccellenza che attirava studenti da tutto il Regno di Napoli.
Il Settecento e il Risorgimento
Chieti borbonica
Nel XVIII secolo, sotto il dominio dei Borbone, Chieti consolidò il proprio ruolo di centro amministrativo e religioso. Il Presidato d’Abruzzo mantenne funzioni centrali, con una burocrazia articolata e una presenza significativa di funzionari statali. Le opere pubbliche si moltiplicarono: strade, piazze, fontane e ospedali furono realizzati o rinnovati.
Anche dal punto di vista culturale, la città visse una stagione di rinnovamento: fiorirono accademie letterarie, come l’Accademia degli Incolti, e furono restaurati palazzi nobiliari in stile tardo barocco.
Il contributo all’Unità d’Italia
Nel XIX secolo, Chieti partecipò attivamente al Risorgimento italiano. Numerosi cittadini si unirono alle insurrezioni liberali, ai moti del 1848 e alla causa garibaldina. La città ospitava comitati patriottici clandestini e fu teatro di manifestazioni per l’indipendenza.
Dopo l’annessione al Regno d’Italia nel 1860, Chieti fu designata capoluogo della Provincia, ruolo che mantiene ancora oggi. L’unità nazionale portò anche modernizzazione amministrativa, sviluppo delle infrastrutture e istituzioni pubbliche.
La Prima Guerra Mondiale e il Novecento
Chieti militare e patriottica
Durante la Prima Guerra Mondiale, Chieti fu sede di ospedali militari, caserme e comandi. La città si mobilitò per sostenere i soldati al fronte e per accogliere feriti e sfollati. Molti giovani teatini persero la vita in battaglia, e il loro sacrificio è ricordato dal Monumento ai Caduti in Piazza Garibaldi.
Negli anni successivi, la città vide nascere nuove scuole, istituzioni culturali e un primo piano regolatore urbano.
Le trasformazioni urbanistiche
Nel corso del Novecento, Chieti si espanse urbanisticamente, specialmente nella zona bassa (oggi Chieti Scalo), grazie alla presenza della stazione ferroviaria e delle industrie nascenti. Chieti cominciò a svilupparsi secondo un modello duale: il centro storico sul colle e il nuovo polo industriale e commerciale a valle.
La Seconda Guerra Mondiale
Città aperta e salvata dai bombardamenti
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Chieti fu dichiarata “città aperta”, ovvero priva di obiettivi militari rilevanti. Questo la salvò dai bombardamenti aerei che distrussero molte altre città italiane. Tuttavia, la città fu occupata dalle truppe tedesche e in seguito liberata dagli Alleati nel 1944.
Una pagina particolare è rappresentata dal campo di prigionia per ufficiali alleati (Oflag 21) situato a Chieti Scalo, dove furono detenuti militari britannici e neozelandesi. Nonostante il conflitto, Chieti riuscì a conservare gran parte del suo patrimonio architettonico.
Chieti nella seconda metà del Novecento
Lo sviluppo urbano e industriale
Dagli anni ’50 in poi, la città visse un periodo di ricostruzione e crescita. In particolare, Chieti Scalo divenne un centro industriale in espansione, con nuove fabbriche, complessi residenziali e servizi pubblici. L’asse tra Chieti alta e Chieti Scalo divenne sempre più importante, contribuendo alla modernizzazione della città.
Nel frattempo, il centro storico mantenne il suo ruolo culturale, amministrativo e religioso, con il recupero di edifici e l’istituzione di musei e biblioteche.
L’importanza educativa e culturale
Nel 1960 fu istituita l’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”, inizialmente a Chieti e oggi anche a Pescara. L’ateneo ha trasformato la città in un centro universitario di rilievo, attirando studenti da tutta Italia.
Nel tempo, la città ha arricchito la propria offerta culturale con eventi, festival e rassegne che valorizzano il teatro Marrucino, i musei archeologici e le tradizioni popolari.
Il patrimonio storico e culturale
Musei, cattedrali, teatri e palazzi
Tra i luoghi più iconici della città ricordiamo:
• La Cattedrale di San Giustino, con la sua maestosa cripta romanica.
• Il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo, che custodisce il celebre Guerriero di Capestrano.
• Il Teatro Marrucino, uno dei più antichi teatri italiani ancora attivi.
• Le cisterne romane, un vero gioiello sotterraneo dell’epoca imperiale.
Il centro storico, con le sue piazze, scalinate e palazzi nobiliari, conserva ancora oggi un’atmosfera elegante e autentica.
Feste religiose e tradizioni popolari
Il Venerdì Santo e la Settimana Santa
Chieti è celebre in tutta Italia per la sua Processione del Venerdì Santo, una delle più antiche e suggestive d’Europa. Accompagnata dal “Miserere” di Selecchy, la processione attraversa le vie del centro con fiaccole, statue sacre e migliaia di fedeli in silenzio.
Altre celebrazioni importanti sono la festa di San Giustino, le rievocazioni medievali e le fiere stagionali.
Cultura enogastronomica locale
La cucina teatina è ricca di sapori autentici: pallotte cace e ove, sagne e fagioli, arrosticini, dolci come cicerchiata e parrozzo. Le cantine del territorio producono Montepulciano d’Abruzzo e Trebbiano, eccellenze riconosciute a livello internazionale.
Chieti oggi: città universitaria e d’arte
Vita accademica e museale
Chieti continua a essere un polo universitario di riferimento per la medicina, le scienze della salute, la psicologia e l’archeologia. Il tessuto cittadino è animato da studenti, ricercatori e professionisti.
Il patrimonio museale è tra i più importanti dell’Italia centrale, e valorizza non solo la storia locale, ma l’intero passato dell’Abruzzo.
Turismo e qualità della vita
Grazie al clima mite, alla posizione tra mare e montagna, e alla vivibilità dei suoi quartieri, Chieti è una meta ideale per il turismo lento e culturale. La città ha saputo rinnovarsi senza rinunciare alle proprie radici storiche, offrendo un equilibrio tra modernità e tradizione.
Conclusione
Chieti è una città dove la storia millenaria convive con il dinamismo moderno. Dalle origini italiche al prestigio romano, dalla fede cristiana alle rivoluzioni culturali, ogni epoca ha lasciato un segno visibile e vivo. Visitare Chieti significa scoprire un mosaico di civiltà, camminare tra reperti archeologici, palazzi nobiliari, musei e tradizioni che resistono nel tempo.
Una città fiera delle proprie radici, ma aperta al futuro, dove passato e presente si incontrano in un equilibrio unico.
Aggiunto da: dinuzzom
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