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🌊 Storia della città di Pescara: Dalle Origini Marittime alla Città Moderna

Scopri la storia della città di Pescara: dalle radici romane di Aternum alla Pescara moderna, tra cultura, mare e trasformazioni urbane. Leggi l’approfondimento completo!


Introduzione alla storia di Pescara

Pescara, oggi considerata una delle città più vivaci e moderne dell’Abruzzo, vanta in realtà una storia millenaria che affonda le radici nei tempi più antichi. Nonostante la sua istituzione formale come comune risalga al 1927, le sue origini si legano a insediamenti italici e poi romani lungo la foce del fiume Aterno (oggi Aterno-Pescara).

Questa città è un punto di connessione tra la tradizione dell’entroterra abruzzese e l’apertura sul mare Adriatico, e ciò ha influenzato profondamente la sua identità, l’economia, l’architettura e la cultura. Oggi, Pescara è una realtà in pieno sviluppo, ma che custodisce ancora tracce evidenti del proprio passato.


Origine del nome Pescara

Etimologia da “Piscaria”

Il nome “Pescara” deriva dal latino “Piscaria”, che significa letteralmente “luogo di pesca”. Il toponimo è strettamente legato al fiume Pescara, noto fin dall’antichità per la sua abbondanza di pesci. Questa zona, grazie alla presenza del fiume che sfociava direttamente nel mare, fu da sempre un punto favorevole per la pesca e il commercio marittimo.

Durante il Medioevo, il nome “Piscaria” si impose nei documenti e nelle mappe, diventando nel tempo “Pescara”. La trasformazione linguistica accompagna anche il mutamento del ruolo urbano della città: da semplice porto fluviale a centro di importanza regionale.

Il fiume e la pesca come elementi fondanti

Il fiume Pescara ha giocato un ruolo centrale nello sviluppo della città. Non solo ha favorito la pesca e i commerci, ma ha anche determinato la divisione storica della città in due borghi distinti: Pescara a sud del fiume e Castellammare Adriatico a nord, ognuno con la propria identità fino alla fusione avvenuta nel Novecento.


Le origini antiche del territorio

L’area vestina e marittima

Prima della romanizzazione, il territorio dove oggi sorge Pescara era abitato da popolazioni italiche come i Vestini, che occupavano le aree interne dell’Abruzzo centrale. Questi popoli vivevano in piccoli villaggi, praticando agricoltura e commercio, e utilizzavano il fiume Aterno come via di comunicazione e scambio con la costa.

L’area costiera era invece frequentata per la pesca e lo scambio di merci. I contatti con i Greci e gli Etruschi furono frequenti, come testimoniato da alcuni reperti rinvenuti nei pressi della foce.

I primi insediamenti italici

Le tracce di questi primi insediamenti si trovano nei pressi di Santa Teresa di Spoltore e nell’area dell’attuale centro di Pescara. Tumuli funerari, resti di capanne e oggetti in ceramica testimoniano una presenza stanziale già dal VI-V secolo a.C.


L’età romana e la città di Aternum

L’importanza del porto e del fiume

Durante l’epoca romana, l’insediamento prese il nome di Aternum, in riferimento al fiume. La città si sviluppò come porto fluviale di primaria importanza per la regione. Aternum costituiva un nodo commerciale tra il Tirreno e l’Adriatico, collegando Roma all’altra sponda attraverso la Via Claudia Valeria e la Via Tiburtina.

Il porto di Aternum era attrezzato per il commercio di olio, vino, pesce, ceramiche e metalli. Fu un punto strategico anche per la difesa militare, tanto che qui si stabilirono guarnigioni e si costruirono infrastrutture civili.

Il collegamento con Roma e il commercio

Grazie alla sua posizione, Aternum divenne una città ricca, frequentata da mercanti, legionari e artigiani. Resti di ville, terme, pavimentazioni a mosaico e anfore rinvenute lungo il fiume testimoniano un’economia fiorente. Tuttavia, con il declino dell’Impero romano e le invasioni barbariche, anche Aternum perse gradualmente la sua centralità.

Dal crollo dell’Impero al Medioevo

Decadenza e incursioni

Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), l’importanza strategica e commerciale di Aternum cominciò a diminuire. La città divenne sempre più vulnerabile a invasioni barbariche, incursioni longobarde e, in seguito, normanne. In questo periodo, molte infrastrutture romane caddero in rovina, e la popolazione si spostò verso zone più sicure dell’entroterra.

Durante l’Alto Medioevo, la città sopravvisse come modesto borgo marittimo, fortificato e legato soprattutto alla pesca, al commercio locale e alla sopravvivenza delle attività legate al fiume.

Nascita del borgo “Piscaria”

È in questo periodo che il nome “Piscaria” comincia a comparire nei documenti storici. Il borgo medievale si organizzava attorno alla foce del fiume, protetto da una rocca fortificata e collegato a piccole torri di avvistamento sulla costa. Le condizioni di vita erano difficili, ma la città mantenne un ruolo importante come punto di approdo e di comunicazione tra le valli interne e il mare.


Pescara sotto i Normanni e gli Svevi

Riorganizzazione del territorio

Nel XII secolo, con l’arrivo dei Normanni, il territorio fu integrato nel Regno di Sicilia, unificando l’Abruzzo meridionale con il resto del Mezzogiorno. I Normanni rafforzarono le strutture difensive e militarizzarono il litorale per contenere le minacce dal mare.

Con Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, si assistette a una nuova fase di riorganizzazione del territorio. Pescara fu dotata di castelli e presidi militari, diventando un punto di appoggio per il controllo delle rotte adriatiche.


Il periodo aragonese e la difesa costiera

Le incursioni ottomane

Nel tardo Medioevo e in piena età aragonese (XV secolo), la città fu spesso minacciata da incursioni dei pirati turchi e ottomani. Questi attacchi colpivano le coste adriatiche saccheggiando villaggi, rapendo abitanti e distruggendo strutture portuali.

Per far fronte a queste minacce, furono erette torri costiere e baluardi difensivi, parte di un più ampio sistema voluto dagli Aragonesi e poi dai Viceré spagnoli. Tra queste, la Torre di Cerrano (oggi nel comune di Pineto) è uno degli esempi meglio conservati della rete difensiva.


Il dominio borbonico e la divisione tra Pescara e Castellammare

Due borghi divisi dal fiume

Durante il periodo borbonico, tra il XVIII e XIX secolo, l’area dell’odierna Pescara era divisa in due centri distinti:

Pescara, a sud del fiume, con funzioni principalmente militari e portuali

Castellammare Adriatico, a nord del fiume, di vocazione agricola, commerciale e residenziale

Questa dualità urbana influenzò la cultura, le abitudini e l’architettura delle due sponde. Castellammare sviluppò un’identità più borghese e moderna, mentre Pescara rimase legata a un impianto militare con la cittadella fortificatavoluta da Carlo V.

Influenze culturali diverse

La presenza di due nuclei separati, ciascuno con una propria amministrazione e caratteristiche distinte, favorì la nascita di due anime culturali differenti: una popolare, legata alla vita di mare e alle tradizioni, e una più formale e borghese, aperta ai commerci, all’arte e alla cultura laica.


Il Risorgimento e la città unificata

Il ruolo nelle guerre di indipendenza

Pescara e Castellammare furono coinvolte nei movimenti risorgimentali dell’Ottocento. In particolare, Pescara era nota per la presenza di una fortezza borbonica dove furono imprigionati diversi patrioti italiani. Uno dei simboli di questo periodo è la figura di Gabriele Manthoné, eroe pescarese morto durante le guerre per l’unità.

La nascita della città nel 1927

La svolta definitiva avvenne nel 1927, quando per decreto di Benito Mussolini, le due città furono ufficialmente unificate sotto il nome di Pescara. La nuova città divenne capoluogo della neonata Provincia di Pescara, separandosi da quella di Chieti.

L’unione segnò l’inizio di un’epoca nuova: Pescara cominciò a crescere rapidamente, sviluppandosi come centro urbano moderno, commerciale e culturale, con infrastrutture, quartieri e servizi pubblici in espansione.

Pescara nel Novecento

Gabriele D’Annunzio e il fermento culturale

Uno dei figli più illustri di Pescara è senza dubbio Gabriele D’Annunzio, nato nel 1863. Poeta, scrittore, drammaturgo e figura di spicco del decadentismo italiano, D’Annunzio contribuì a portare l’immagine di Pescara oltre i confini regionali. La sua casa natale, oggi Museo Casa Natale Gabriele D’Annunzio, è una tappa fondamentale per comprendere il legame tra il Vate e la sua città natale.

Nel primo Novecento, Pescara iniziò a evolversi come centro culturale vivace, con teatri, salotti letterari e manifestazioni artistiche. La presenza del porto, della ferrovia e di un’economia sempre più dinamica fecero crescere la città sotto ogni aspetto.

Urbanizzazione e boom demografico

Tra gli anni ’20 e ’30, Pescara conobbe un’espansione urbana senza precedenti. L’architettura fascista lasciò segni evidenti: palazzi imponenti, piazze ampie e il lungomare furono progettati per dare un volto moderno alla nuova città unificata.

Negli anni del dopoguerra, Pescara visse un boom demografico alimentato da flussi migratori interni: persone provenienti dalla montagna e dall’entroterra si trasferirono in città, attirate da lavoro e migliori condizioni di vita. Nacquero nuovi quartieri residenziali e industriali, e l’Università D’Annunzio pose le basi per una città giovane e dinamica.


 I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale

La distruzione del centro storico

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Pescara fu gravemente bombardata dagli Alleati, a causa della presenza di strutture militari e del porto utilizzato dai tedeschi. Il 31 agosto 1943 è ricordato come il giorno più tragico: la città fu quasi rasa al suolo, con centinaia di vittime civili e la distruzione di gran parte del centro urbano.

Il patrimonio storico ne risentì duramente: molti edifici storici, chiese e archivi furono perduti. Il centro medievale e borbonico scomparve quasi completamente, lasciando spazio alla necessità di una ricostruzione rapida e funzionale.

La ricostruzione nel dopoguerra

Negli anni Cinquanta e Sessanta, Pescara fu protagonista di una ricostruzione rapida, seppur a tratti caotica. L’urbanizzazione spesso sacrificò l’identità storica in favore della funzionalità e della modernità. Nascono così nuovi palazzi, strade, scuole e infrastrutture che trasformeranno definitivamente l’aspetto della città. 


 La crescita industriale e turistica

Sviluppo economico e porto commerciale

Nel secondo Novecento, Pescara consolidò il proprio ruolo come motore economico dell’Abruzzo. Il porto, riattivato e ampliato, divenne punto di riferimento per il commercio marittimo dell’Adriatico centrale. Crescono anche i settori dell’alimentare, dell’abbigliamento e dei servizi.

La città si afferma come snodo strategico per trasporti e logistica, grazie all’aeroporto d’Abruzzo, alla stazione ferroviaria centrale e all’autostrada A14.

La riviera adriatica e il turismo balneare

Pescara è diventata una delle mete turistiche più frequentate della costa adriatica, grazie alla sua lunga spiaggia sabbiosa, al lungomare moderno e alla qualità dei servizi. Hotel, stabilimenti balneari, locali notturni e ristoranti attraggono ogni anno migliaia di visitatori, sia italiani che stranieri.

 La Pescara contemporanea

Città universitaria e culturale

Oggi Pescara è una città universitaria vivace, sede di facoltà specializzate in architettura, economia, scienze sociali e comunicazione. Il mondo accademico anima il tessuto urbano, portando giovani, eventi culturali, mostre e festival.

L’attività culturale è intensa: musei, gallerie, biblioteche, il Festival Jazz, il FLA – Festival di Libri e Altrecose, e numerosi concerti arricchiscono l’offerta per residenti e turisti.

Mobilità, innovazione e progetti urbani

Pescara guarda oggi al futuro con attenzione all’ambiente e alla vivibilità urbana. Il Ponte del Mare, icona architettonica moderna, simboleggia la volontà di una città in movimento, aperta al turismo sostenibile, alla mobilità dolce e alla rigenerazione degli spazi urbani.

La riqualificazione del lungomare, dei parchi, e dei quartieri periferici è al centro di nuovi progetti, con un occhio alla digitalizzazione, all’inclusione e all’innovazione.

Conclusione

Pescara è una città che ha saputo reinventarsi più volte nella storia, passando da porto romano a borgo medievale, da città borbonica a centro moderno e dinamico. Il suo spirito resiliente, l’anima marittima e l’identità culturale la rendono un unicum nell’Italia centrale.

Oggi è simbolo di connessione tra tradizione e innovazione, tra il mare e la montagna, tra cultura e sviluppo urbano. Una città che guarda al futuro senza dimenticare le sue radici.


 

Aggiunto da: dinuzzom

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