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🏛️ Reggio Calabria: Storia, Cultura e Mito della Città dello Stretto

Scopri la storia millenaria di Reggio Calabria, la città dello Stretto tra Magna Grecia, Bronzi di Riace e Rinascita. Una perla archeologica e culturale nel cuore del Mediterraneo.


Introduzione alla storia di Reggio Calabria

Reggio Calabria è molto più di una città: è un simbolo identitario della cultura meridionale, un ponte tra passato e presente, tra Europa e Mediterraneo. Affacciata sullo Stretto di Messina, con una vista incantevole sull’Etna e la Sicilia, Reggio è la città più antica della Calabria, nonché una delle più longeve dell’intera civiltà occidentale.

La sua storia inizia nel lontano VIII secolo a.C., si sviluppa con i Greci, si consolida con i Romani, attraversa imperi e terremoti, guerre e rinascite. Oggi, Reggio è conosciuta nel mondo per i Bronzi di Riace, per il Museo Archeologico Nazionale, per il suo lungomare definito “il più bel chilometro d’Italia” da D’Annunzio, e per una tradizione culturale e spirituale vivissima.

 


Origine del nome Reggio Calabria

Etimologia greca e significati simbolici

Il nome antico di Reggio era Rhegion (Ῥήγιον), parola greca che significa “spaccatura” o “frattura”, in riferimento alla posizione geografica lungo lo Stretto di Messina, punto di divisione tra la penisola e l’isola.

Secondo un’altra tradizione, il nome deriverebbe da Rea, madre degli dei, che avrebbe dato origine alla città con un atto sacro. In ogni caso, il nome sottolinea da sempre la connessione tra il mondo greco e il Sud Italia, un legame profondo che a Reggio si respira ovunque.

Da Rhegion a Reggio Calabria

Con la conquista romana, il nome Rhegion divenne Rhegium Julii, per onorare l’imperatore Ottaviano Augusto. Nei secoli successivi, la denominazione si trasformò in Reggio, mentre l’aggiunta “Calabria” divenne ufficiale in età moderna, per distinguere la città da Reggio Emilia.

 


La fondazione greca e la Magna Grecia

I calcidesi e la polis di Rhegion

Reggio fu fondata intorno al 730 a.C. da coloni greci provenienti da Calcide e Zancle (l’odierna Messina). La città si affermò subito come una delle prime e più importanti colonie della Magna Grecia, sia per la posizione strategica sullo Stretto, sia per la sua fertilità e apertura culturale.

Rhegion crebbe rapidamente in ricchezza e prestigio, stringendo alleanze con altre poleis greche come Locri, Crotone e Taranto. Il suo porto divenne uno snodo fondamentale per i commerci tra Grecia, Sicilia e penisola italica.

Alleati e rivali del mondo ellenico

Nel corso dei secoli, Reggio fu alleata e rivale di città come Siracusa e Atene, partecipando attivamente alla vita politica e militare del Mediterraneo. La città si distinse anche nel campo artistico, ospitando scultori, poeti e filosofi.

Grazie alla sua cultura fiorente, alla ricchezza commerciale e all’importanza marittima, Reggio divenne uno dei poli intellettuali della Magna Grecia, lasciando un’eredità ancora oggi tangibile nei siti archeologici e nella mentalità della sua gente.

Età romana: municipium e porto strategico

Reggio in epoca imperiale

Con la conquista romana, Reggio cambiò nome in Rhegium Julii, entrando a far parte delle città federate dell’Impero. Fu elevata a municipium e divenne un importante punto di riferimento per i collegamenti navali tra Roma, l’Africa, la Sicilia e l’Oriente.

Il porto naturale venne ampliato, furono costruiti acquedotti, terme, strade e ville patrizie, mentre la città si adornava di teatri, mosaici e templi, oggi in parte visibili nei musei e nei sotterranei archeologici.

Le terme, i mosaici, il teatro

Resti delle terme romane, con pavimenti musivi ben conservati, si trovano sul lungomare, a pochi passi dal Museo Nazionale. È probabile che Reggio ospitasse anche un teatro o un odeon, come confermano reperti e iscrizioni antiche.

La città visse un lungo periodo di stabilità fino al III secolo d.C., quando cominciarono i saccheggi dei popoli germanici e le crisi economiche. Tuttavia, Reggio mantenne sempre un ruolo centrale nei traffici marittimi del Mediterraneo.

 


Cristianesimo e Medioevo bizantino

Prime diocesi e diffusione del culto

Il Cristianesimo si diffuse presto a Reggio, tanto che la città è sede di una delle più antiche diocesi d’Italia, databile al IV secolo d.C. Secondo la tradizione, fu evangelizzata da discepoli di San Paolo o di San Marco.

Nel periodo paleocristiano sorsero numerose basiliche, battisteri e necropoli. La città diventò un importante centro religioso, con una Chiesa attiva anche durante l’Impero bizantino.

Influenze greco-ortodosse e basiliane

Tra il VI e l’XI secolo, Reggio fu parte dell’Impero d’Oriente, diventando capoluogo del thema di Calabria, con funzioni politiche, religiose e militari. Durante questi secoli, il rito bizantino era prevalente, e i monaci basilianifondarono monasteri nelle montagne vicine e nelle zone costiere.

Numerose chiese rupestri, abbazie e scritti in greco testimoniano ancora oggi l’influenza greco-orientale sulla cultura reggina, che sopravvive in alcune tradizioni liturgiche e linguistiche.

 


Dominazioni normanne e sveve

Il Castello Aragonese e la cinta muraria

Con l’arrivo dei Normanni nell’XI secolo, Reggio passò sotto il controllo del Regno di Sicilia. Vennero costruite fortificazioni, castelli e mura per difendere la città dagli attacchi via mare. Il Castello di Reggio, oggi noto come Castello Aragonese, ha però origini normanno-sveve, e venne poi ampliato dagli Aragonesi nel XV secolo.

Questo periodo segnò una nuova organizzazione sociale e amministrativa, con la nascita di feudi, parrocchie e conventi.

Federico II e lo sviluppo urbano

Nel XIII secolo, Federico II di Svevia, imperatore illuminato e amante del Sud, contribuì alla riorganizzazione amministrativa e urbanistica di Reggio. La città venne dotata di statuti, giudici, scuole e archivi, e venne inserita nella rete commerciale del Regno di Sicilia.

Il suo legame con la cultura greca fu rispettato e tutelato, favorendo una convivenza tra latini, greci ed ebrei che durò fino al Rinascimento.

Aragonesi, Spagnoli e Borboni

Crisi, terremoti e ricostruzioni

Nel XV secolo, Reggio passò sotto il controllo degli Aragonesi, che rafforzarono le strutture difensive, ampliando il Castello con torri e bastioni. Tuttavia, la città dovette affrontare un lungo periodo di decadenza economica, dovuta alla pressione fiscale, al centralismo napoletano e soprattutto a eventi catastrofici.

Il più grave fu il terremoto del 1783, che colpì gran parte della Calabria. Reggio subì danni incalcolabili, con interi quartieri rasi al suolo, chiese distrutte e centinaia di morti. La ricostruzione fu lenta, e la città si avviò verso il XIX secolo con un volto profondamente mutato.

Cultura e resistenza identitaria

Nonostante le difficoltà, Reggio non perse mai il suo spirito culturale. Intellettuali, artisti, religiosi e mercanti continuarono a promuovere una identità reggina forte e orgogliosa. Il centro storico si arricchì di palazzi nobiliari, archivi e scuole, che formarono una classe dirigente attenta alle istanze di rinnovamento.


Reggio nel Risorgimento

Patrioti, moti e Unità d’Italia

Nel XIX secolo, Reggio partecipò attivamente al movimento risorgimentale, ospitando circoli mazziniani, logge carbonare e insurrezioni popolari contro il dominio borbonico. La città diede i natali e il supporto a numerosi patrioti e volontari, che combatterono per l’unificazione dell’Italia.

Nel 1860, l’arrivo delle truppe garibaldine fu salutato con entusiasmo, e Reggio fu tra le prime città calabresi ad essere annesse al Regno d’Italia. La città entrò in una nuova fase di trasformazione urbana, culturale e amministrativa.

 


Il terremoto del 1908: distruzione e rinascita

La catastrofe

La notte del 28 dicembre 1908, Reggio Calabria venne colpita dal più devastante terremoto della storia italiana moderna, seguito da un violento maremoto. Le scosse rasero al suolo oltre il 90% della città, provocando la morte di circa 15.000 persone a Reggio, e più di 80.000 complessivamente nell’area dello Stretto, includendo Messina.

Interi quartieri, monumenti storici, archivi e opere d’arte furono persi per sempre. Fu una tragedia epocale, che cambiò per sempre l’identità urbanistica e sociale della città.

Una città moderna sul mare

La ricostruzione, avviata nel 1910, fu affidata a un piano razionalista e antisismico: strade ampie, edifici bassi, piazze ariose e strutture in cemento armato. Il lungomare fu riprogettato come passeggiata panoramica con palme, giardini, fontane e sculture.

Da questa tragedia nacque una Reggio nuova, elegante e sicura, che conserva però la memoria profonda delle sue radici millenarie.

Reggio Calabria nel Novecento

Capitale culturale della Calabria

Nel corso del XX secolo, Reggio Calabria si affermò come una delle principali città culturali del Sud Italia. Con la nascita di scuole, biblioteche, musei e teatri, la città ricostruita si trasformò in centro educativo e artistico di riferimento.

Negli anni ’70, la città fu anche protagonista di un importante movimento politico e civile noto come “I moti di Reggio”, che, pur con esiti complessi, riaccese il dibattito sul ruolo del Sud e sulla rappresentanza democratica.

Con l’apertura dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, Reggio rafforzò la sua vocazione interculturale, accogliendo studenti da tutto il Mediterraneo.

 


Bronzi di Riace e identità archeologica

Il ritrovamento

Il 16 agosto 1972, nelle acque di Riace Marina, furono ritrovate due statue di bronzo a grandezza naturale, raffiguranti guerrieri greci: i celeberrimi Bronzi di Riace. Si tratta di due tra le sculture più straordinarie dell’antichità classica, datate tra il V e il IV secolo a.C.

Il loro ritrovamento rilanciò l’immagine di Reggio nel mondo, trasformandola nella capitale archeologica della Calabria.

Il Museo Archeologico Nazionale

Oggi, i Bronzi sono custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, progettato da Marcello Piacentini e completamente rinnovato. Il museo conserva anche una vasta collezione di reperti della Magna Grecia, provenienti da Locri, Kaulon, Medma, Hipponion e naturalmente Rhegion.

Visitare il museo è un viaggio nella bellezza, nella perfezione scultorea e nella storia millenaria del Sud Italia.

 


Patrimonio artistico, religioso e architettonico

Lungomare Falcomatà

Il Lungomare Italo Falcomatà è il fiore all’occhiello della città: definito “il chilometro più bello d’Italia” da D’Annunzio, offre una passeggiata tra arte, mare e profumo di agrumi, con vista sull’Etna e lo Stretto.

Duomo e ville Liberty

Il Duomo dell’Assunta, ricostruito dopo il terremoto in stile neoromanico, è il cuore spirituale della città. Intorno si sviluppano ville Liberty e razionaliste, che raccontano l’eleganza e la forza della rinascita novecentesca.

Teatro Cilea e cultura urbana

Il Teatro Francesco Cilea, intitolato al grande compositore calabrese, ospita stagioni liriche, sinfoniche e teatrali di alto livello. Il centro cittadino, con piazza Italia, corso Garibaldi e il Castello Aragonese, è un mix di storia e modernità.


Tradizioni popolari, religiose e gastronomia

Festa della Madonna della Consolazione

Ogni anno, a settembre, la città si ferma per la Festa della Madonna della Consolazione, patrona di Reggio. La processione della statua dal Santuario dell’Eremo al Duomo è un rito collettivo di fede, identità e commozione, seguito da concerti, fuochi d’artificio e celebrazioni popolari.

Cucina reggina: sapori di mare e bergamotto

Reggio è famosa per i suoi piatti:

Pesce spada alla ghiotta

Pasta con neonata o alici

Melanzane ripiene

Pane con bergamotto e ricotta

Gelato artigianale al bergamotto

Il bergamotto di Reggio Calabria, unico al mondo, è usato anche in profumeria ed è considerato oro verde della Calabria.

Conclusione

Reggio Calabria è una città che ha saputo rinascere dalle sue rovine, conservando intatto il suo legame con la storia, l’arte e il Mediterraneo. È città di mare, di cultura e di memoria, dove il passato greco incontra la bellezza moderna.

Chi la visita scopre una capitale della Magna Grecia, un cuore pulsante del Sud, e una finestra aperta sull’infinito blu dello Stretto.

Aggiunto da: dinuzzom

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